TITOLO III
Rapporti economici
(artt. 35-47)
Il titolo III della Carta costituzionale è l’esempio massimo del carattere compromissorio della Costituzione italiana: si tratta del frutto dell’accordo tra le ideologie di sinistra, la dottrina sociale del cattolicesimo ed il liberalismo economico. Il lavoro e gli altri diritti economici che riguardano le risorse disponibili, la produzione e la distribuzione dei beni concorrono alla formazione della ricchezza di uno Stato.
L’Assemblea Costituente ha configurato un sistema economico misto, in cui iniziativa economica e proprietà privata dei mezzi di produzione convivono con imprese in mano pubblica e partecipazione statale insieme all’intervento dello Stato in economia, fino al punto di prevedere che determinate attività, considerate strategiche per lo sviluppo del Paese, possano essere sottratte ai privati o riservate originariamente allo Stato, come le fonti energetiche e il servizio radiotelevisivo. Attualmente la politica economica dello Stato non si avvale più tanto dell’impresa pubblica, che ha dato prova di diseconomicità e inefficienza, bensì tende a favorire la privatizzazione dei servizi e delle attività produttive e l’incentivazione dell’iniziativa privata.
Pertanto i rapporti di lavoro e di produzione non sono stati dal Costituente lasciati all’assoluto libero gioco del mercato, in quanto la Costituzione prevede che, anche in campo economico, vi sia il rispetto della libertà, della sicurezza e della dignità umana e la piena realizzazione del diritto al lavoro.
Diritti dei cittadini |
Libertà fondamentali - articoli |
Parte I |
Diritti economici |
· Diritti dei lavoratori (artt. 35-40) · Diritto di proprietà (art. 42) · Libertà di iniziativa economica (art. 41) · Risparmio (art. 47) |
TITOLO III Rapporti economici
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